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Houston abbiamo un problema…di comunicazione

5 Maggio 2009

La Sinistra, tutta, dal PD ai comunisti; le elezioni europee;il referendum elettorale; e la comunicazione.
Abbiamo un problema a Sinistra, è evidente. I sondaggi portano il Popolo della Libertà al 40%, la Lega Nord oltre il 10, ed una partecipazone elettorale per le europee al 33% in tutto il vecchio continente. Il che significa che meno di un terzo dei cittadini comunitari si recherà a votare. Allora di problemi ce ne sono due: come viene concepita l’ Europa in Italia e all’estero, e la scarsa percentuale di voti che otterrà la Sinistra (stando ai sondaggi).
La questione “Europa” è di difficlissima risoluzione, perchè non è relativa solo ad uno Stato, e perchè la cittadinanza ha anche le sue ragione per riporre poca fiducia in questa entità sovranazionale. Ma anche qui è un problema di comunicazione. Pare, agli occhi degli Europei, che questa comunità serva solo ad aumentare le tasse e a impedire le il pieno monopolio dello Stato al suo interno. In ogni caso non è di questo che ci si occuperà. Ci si occuperà bensì della comunicazione della Sinistra, e per ovvie ragioni di quella della Destra.
La Sinistra non è più capace di trascinare le masse, di convincerle, di parlare con esse, di spiegare i propri meriti e le proprie azioni governative: questo è un fatto!
Un primo dato è che il Bel Paese è il Paese in cui si vendono e leggono meno giornali d’informazione in tutto il mondo occidentale; un Paese in cui il cittadino medio, per intenderci, assume le proprie informazioni, utili ad esprimere preferenze politiche ed elettorali, solo ed esclusivamente attraverso i Telegiornali. Il cittadino medio difficilmente segue un programma di approfondimento politico o di inchiesta giornalistica. Le sue informazioni sono basate principalmente su quella mezz’oretta di Telegiornale. Un secondo dato è che siamo un Paese con libertà d’informazione limitata (dati Ocse) e basti chiedere a chiunque ascolti solo l’informazione tele mediata, specifiche relative al referendum elettorale (cosa si vota? cosa è si e cosa è no?). Terzo dato, meno statistico, ma certamente evidente, è la capacità di comunicazione stravolgente della Destra, più precisamente nella persona di Berlusconi.
Ciò che segue sarà una spicciola analisi del fenomeno “Cavaliere”. Un uomo che dal nulla è comparso in politica, ed in un brevissimo arco temporale (se si pensa ai tempi politici, 15 anni sono pochissimi) è riuscito a creare L’UOMO NUOVO: disinteressato, disinformato, quasi apatico, politicamente parlando.
La sua comunicazione è diretta, quasi retorica, al pari di ogni presidente americano. Egli si rivolge direttamente al popolo, utilizzando i mass media, ma senza permettere loro di interferire (ponendo domande per esempio). Il Cavaliere appare, spara la notizia, e scompare, a suo gusto e piacimento. Non c’è interazione tra il Cavaliere e i mass media.
Lo vediamo a Napoli, mentre raccoglie rifiuti col bastone, poi all’Aquila con il caschetto da operaio, mentre promette aiuti personali ai senzatetto, addirittura regalando personalmente la dentiera a quella povera signora (chi non lo ha visto?). Un gesto di tutto rispetto, un gesto da genio della comunicazione però. Lo vediamo poi al 25 Aprile, per la prima volta, ovviamente all’Aquila, con il fazzoletto rosso al collo, e lo sentiamo riconoscere i meriti dei comunisti nella lotta di liberazione. Roba da non credere. Lo sentiamo annunciare il ritiro della proposta di legge per la parificazione tra partigiani e repubblichini, mentre aggiunge “io non ne sapevo niente”.
Berlusconi è l’uomo che vuole piacere a tutti. Non è un dittatore, non confondiamolo. Un dittatore difficilmente può essere simpatico e mantenere un cosi largo e continuativo consenso sociale, svariato e differenziato per classi di appartenenza. Di Destra o di Sinistra non gli si può non riconoscere le enormi capacità comunicative, sulle quali, e grazie alle quali, ha costruito il suo Impero. Impero mediatico, commerciale e politico. Inoltre persona simpaticissima, che tale appare. La sua immagine è forte, difficilmente screditabile, se non si parla di onestà. Perseguitato politico no?!.
E la Sinistra? come combatte? come si oppone? C’è un divario enorme, è palese. Un divario di capacità comunicative. Oltre ai problemi di unità e di una forte leadership politica, la Sinistra deve confrontarsi con l’incapacità comunicativa di cui è caduta vittima; vittima di se stessa.
L’osservazione più immediata, dimenticata probabilmente, e poco citata richiede uno sforzo di memoria, almeno per chi c’era. Si pensi al Partito Comunista, al segretario che lo rese grande, e forse anche buono, agli occhi di molti: Berlinguer. Lui era “il compagno Enrico”. “Il compagno Enrico ha detto questo, fatto quello” “il compagno Enrico sta male” “il compagno Enrico è morto”. E si pensi al dopo “il compagno Longo” “il compagno Occhietto” “il compagno D’Alema”, e dopo ancora “D’Alema” “Fassino” “Veltroni” “Franceschini”; ma anche altrove “Bertinotti” “Ferrero”. C’è stato un distaccamento affettivo, un allontanamento tra vertice e base del partito. Una formalizzazione.
E si pensi ora a Berlusconi: “Silvio”. Lo abbiamo sentito all’Aquila “Silvio aiutaci”, e anche alle varie manifestazioni di Forza Italia, scherzosamente “Silvio adottami”. O ancora… addirittura la canzone del Popolo delle Libertà “menomale che Silvio c’è”.
Ecco cosa è successo. Ecco il danno. È venuto a mancare, a Sinistra, quel rapporto di fiducia, di “amicizia” tra elettorato e leader. Si è diventati forse troppo intellettuali, troppo disinteressati al popolino. Si è voluto attirare i “borghesi” (passate il termine), pensando di avere saldo l’affetto del “proletariato”. E il proletariato se n’è andato, dall’altra parte, portando con se, la fiducia e l’amicizia tra elettori e leader. Questa è la prima impressione.
Ad un’analisi poco più approfondita si nota la mancanza di contenuti dei partiti, e la forte frammentazione della Sinistra. Mentre di la riescono ad unire i liberali con gli ex missini, a Sinistra gli stessi comunisti rimangono divisi in partiti diversi.
Manca, a Sinistra, una figura “berlusconiana” che riesca a tenere insieme tutto ciò che significa la Sinistra. È vero pure che la Sinistra a differenza della Destra è sempre stata composta da diverse anime. La Sinistra è più libertaria e democratica, va da se che ci siano molti indirizzi politici. Ma nessuno di questi indirizzi ha un chiaro progetto di governo. Nessuno tra gli svariati partiti della Sinistra riesce ad ideare un sogno, una speranza, una spinta, che dia il volo all’elettorato, anche a quello di sinistra. Servirebbe, e si punta alto, una specie di Obama: qualcuno che infiammi gli animi, che sappia dare speranza ad una nazione che ne ha sempre meno. Qualcuno che soprattutto, abbia un progetto di lunga distanza. Un progetto a lungo termine: un’idea di società. Fosse anche utopica, ma un idea. Ecco, in ultima istanza, cosa ha perso la Sinistra: ha perso il progetto politico, troppo occupata a rinfacciarsi gli errori a vicenda, le colpe e i meriti; ha perso il volo, la spinta, lo slancio, verso qualcosa di migliore, e con esso ha perso il contenuto da comunicare … se non le sue diatribe interne. Ahime’.

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